“Eppur mi
son scordato di te”? Non è possibile, caro Lucio Battisti.
Il mese di
settembre non può passare senza che il tuo nome e cognome non sia qui ricordato. Con una
canzone ovviamente.
È il mese in
cui ci hai lasciati (9 settembre 1998),
ed è il mese a cui hai dedicato una
delle tue canzoni più belle: “29 settembre”.
Dopo averci
fatto sognare con le tue affascinanti composizioni, te ne sei voluto andare in
punta di piedi, quasi in silenzio, cedendo il passo ad altri sgomitanti e
rumorosi protagonisti.
Dispiace però
che un artista così grande, anche se ha scelto un’uscita di scena tanto
riservata, non venga onorato come si merita. Neppure, a quanto pare, nella sua
estrema dimora nel cimitero di Molteno (Lecco); e certamente non per colpa dei
suoi innumerevoli ammiratori.
40 anni fa,
nel 1972, veniva pubblicato uno dei suoi più celebri album: “Umanamente uomo”,
con testi di Mogol. La compilation si apre con “I giardini di marzo”, tanto
per intendersi. Vi sono poi, tra le altre canzoni, “Comunque bella” e “Innocenti
evasioni”.
Presento all’ascolto
l’ultima composizione che dà il nome all'album, ma che forse è tra le
meno conosciute: “Umanamente uomo: il sogno”.
La presento
per più motivi.
Anzitutto perché
è bella.
Inoltre, perché è senza
parole. È la sola composizione di Lucio Battisti, della quale egli è unico
autore. Si tratta di un esile fraseggio, eseguito con un leggero fischio e poi a
bocca chiusa o quasi.
All’apice
del successo Battisti ci fa già intuire quella sua via verso il silenzio, che a
noi oggi pesa tanto...
Indimenticabile
Lucio!
Ciao Antonio, e come si fa a dimenticare il fantastico Lucio?
RispondiEliminaNon conoscevo questa sua composizione, grazie d'averla proposta.
Ti abbraccio, augurandoti buona settimana.
Non si può, infatti :-)
EliminaUn grande abbraccio, cara Gianna, e buona settimana :-)