Il 14 settembre è la Festa della Santa Croce, e il 15 si ricorda la Madonna Addolorata ai piedi della Croce.
Può sembrare un controsenso, ha detto ieri sera a Monte San Savino (Arezzo) il Card. Angelo Scola, parlare di festa della Croce. Un inconcepibile contrasto. E invece la vittoria e la salvezza vengono proprio attraverso quella che sembra la più umiliante sconfitta del Figlio di Dio.
La Croce è lo strumento di morte che conduce alla Risurrezione, alla vittoria definitiva del Cristo, e dell'uomo con Lui.
Non è la violenza, non è la sopraffazione, non è la prepotenza umana quella che ha l'ultima parola; tutto questo viene sconfitto da Cristo Risorto. Ecco perché, ha detto il Cardinale Scola, le più antiche immagini del Crocifisso lo raffiguravano con gli occhi aperti e come su di un trono di gloria. Perché quel patibolo è anche il mezzo per giungere al trionfo della Risurrezione.
Il Cardinale ha celebrato il 150° anniversario della nascita del poeta e letterato savinese Giulio Salvadori (14 settembre 1862 - 7 ottobre 1928), che proprio attraverso l'esperienza umana del dolore e della disperazione, nel giorno della passione di Cristo, il Venerdì Santo del 1885, ritornò alla fede dei padri.
Un ritorno alla fede avvenuto grazie anche all'analisi spietata della ragione, di una ragione inizialmente ribelle e demolitrice di ogni sentimento religioso, e che alla fine aveva condotto il Salvadori ad una crisi insolubile. Di fronte al Crocifisso, l'uomo e il poeta ritrovò se stesso. Fede e ragione.
Di fronte all'intolleranza, alla barbarie e al fanatismo fondamentalista - e in questi ultimi quattro giorni ne abbiamo visto un bel po' - bisogna ricordare che solo nella misericorda e nel perdono si può costruire una civile e pacifica convivenza tra popoli e persone. Lo ha ricordato ieri anche Papa Benedetto XVI, in visita apostolica in Libano.
Ancora una volta si comprende che proprio la "debolezza" della Croce è forza rinnovatrice dell'uomo e dell'intera umanità.
Mi piace postare uno dei canti che la Corale di Monte San Savino ha eseguito all'inizio della Celebrazione eucaristica presieduta dal Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano.
Si tratta di un bel canto di Marco Frisina: "Nostra gloria è la Croce di Cristo" (2004).
""La Croce è lo strumento di morte che conduce alla Risurrezione, alla vittoria definitiva del Cristo, e dell'uomo con Lui"".
RispondiEliminaè la croce che ci libera dal devozionismo e ci fa essere cristiani, che ci aiuta a vivere la pesantenzza del limite e ci conduce alla salvezza, la croce senza resurrezione non avrebbe senso, la vita è sperare contro ogni speranza. Mi auguro, che il cuore buono di tanti islamici moderati possa ribellarsi al devozionismo cieco e integralista.
Ciao Nell
Osservazioni che condivido pienamente :-)
EliminaBuona notte, Nell.
La verifica con te è sempr preziosa, buon pomeriggio Amicus.
EliminaCiao Nell
Concordo. E grazie della bella relazione.
RispondiEliminaNoi cristiano lo sappiamo bene. Se non pasiamo dalla croce non possiamo risorgere.
grazie sempre.
ciao
luisa
Grazie a te, carissima Luisa :-))
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