sabato 5 agosto 2017

Happy birthday, Charlie Gard!





















Ho sempre saputo che è diritto naturale dei genitori allevare ed educare la prole, prima di qualsiasi altra istituzione.
Lo è perfino nel regno animale.
Ma nel Regno Unito, quello che noi chiamiamo brevemente Inghilterra, non è così.  Gli imparruccati giudici dell'alta corte hanno deciso tempo e luogo della soppressione del piccolo Charlie Gard, togliendo ai suoi genitori ogni potere decisionale.
Il piccolo Charlie ieri avrebbe compiuto un anno. Ma i novelli Erode made in England hanno decretato la sua morte qualche giorno prima. Niente candelina, niente happy birthday.
Ai genitori, che volevano curarlo e avevano trovato luogo e modo, non rimane che portare un lumino al loro angelo, vittima della barbarie umana.
Una volta si diceva che l'Inghilterra era "la madre della democrazia".
Oggi questa espressione suona ridicola. Democrazia, no di certo, quella che non rispetta i diritti naturali. Parlare poi di madre mi pare proprio umorismo inglese, di quello nero.
Né madre né padre. Basta l'alta corte.
Meno male che c'è un'Altra Corte, molto più Alta, alla quale medici e parrucconi di sua maestà dovranno render conto.
Anche per questo credo in Dio.
Nella liturgia cattolica per la morte di un bambino viene cantato il Gloria e non il Requiem.
Per questo, per il piccolo Charlie, nella gloria di Dio, il gloria più bello.

Happy Birthday, Charlie! Pray for us!






8 commenti:

  1. Inaccettabile questa ingerenza di uno stato nel decidere della vita del piccolo Charlie togliendo ogni potere ai genitori. E preoccupante per il futuro...
    Grazie Antonio delle tue parole!!!

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Quando mai e' esistito uno stato che non si sia mai intromesso nella vita delle persone?

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    3. E ti pare un buon motivo per giustificare un infanticidio?

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  2. Smanettando maldestramente nel mio cellulare ho cancellato tutti i commenti a questo post, commenti a cui tenevo moltissimo.

    Non so se sia possibile ripristinarli. Help me!

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  3. Ne ho recuperato uno dalla cache di Google:

    Hanno abolito la pena di morte per i criminali più efferati, e la comminano per un bambino di 1 anno.
    Pazzesco!
    Da parte mia, finché mi reggerà il lume dell'intelletto, non lascerò passare sotto silenzio questi orrori.
    Come vedo nemmeno tu, Annamaria, con questo tuo qualificato intervento :)

    Un grande abbraccio :))

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    1. La pena di morte e' stata commutata con la disperazione nascente dalla consapevolezza che giustizia non sarà mai fatta. Per quando possa sembrare grave, il caso del piccolo Charlie non è piu importante di altri casi. Era tenuto in vita da apparecchiature. Siamo sicuri che abbiamo il diritto di prolungare le nostre esistenze in questo modo? Possiamo garantire a tutto il genere umano simili trattamenti "sanitari"? Perché non impariamo ad accettare la morte in modo cristiano e/o socratico?

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    2. Ma caro Federico. C'erano ospedali e fior di medici pronti a curare e comunque cercare di salvare il piccolo Charlie. Non è una cosa di poco conto, dal momento che questa era la volontà dei genitori.
      I medici inglesi evidentemente non hanno voluto esporsi a una brutta figura di fronte a medici più bravi di loro. Lo stesso vale per l'alta corte (alta?).
      Avrebbero fatto ambedue una figura di merda.
      Quando un genitore chiede di staccare la spina, tutto va bene. Quando un genitore chiede di non farlo, tutto va male. È così che funziona la democrazia?

      Sei socratico? Hai portato l'esempio perfetto di cosa significhi l'arroganza e la fallacia di una corte di giustizia: condannare a morte un innocente.
      Se poi sei cristiano, peggio mi sento.

      Per le spese mediche non c'era problema, visto che il bambino, quel bambino, sarebbe stato curato gratis. Ti dispiace di questo? E se con quelle cure avessero trovato un modo di curare una malattia rara, non ti pare che sarebbe stato un progresso per la società umana?

      Sono i piccoli eroi come Charlie a far riflettere sul valore della vita e sulla protervia del potere che calpesta i diritti naturali di un genitore.

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