In questo periodo parlare di stranieri non è molto popolare,
per usare una litote.
Questa parola mette quanto meno in imbarazzo, e anche
le persone più “accoglienti” sono a disagio.
C’è stato un periodo, a partire dagli anni 60, in cui invece
lo straniero in Italia era una simpatica novità e l’Italia, popoli di migranti,
provava la soddisfazione di attirare nelle sue città d’arte e nelle sue spiagge
gli stranieri (e le straniere).
Ricordo ancora la mia meraviglia nel vedere la costa
romagnola (era quella che maggiormente frequentavo) piena di indicazioni soprattutto
in tedesco, ma anche in francese e in inglese.
Anche le canzoni straniere di successo avevano quasi sempre
una cover italiana, e i cantanti stranieri (compresi i Rolling Stones) non si
sentivano sminuiti nel cantare nella nostra bella lingua.
I tempi sono mutati, e purtroppo spesso in peggio.
Per stemperare un po’ l'aria pesante che si respira in questi giorni, voglio riportarmi
con il ricordo allo spirito aperto di quegli anni 60, con una bella canzone francese,
Le Métèque, di Georges Moustaki, tradotta liberamente da Bruno Lauzi con il
titolo “Lo straniero” (1969).
Fu un grandissimo successo. La canzone, sia francese che
italiana, era cantata da Moustaki, uno straniero che più straniero non si può: ascendenti
ebrei, nato in Egitto da genitori greci, naturalizzato poi francese.
Nel 2013 lo “straniero” Georges Moustaki ci ha lasciati.
Il suo viaggio da "meteco" si è concluso, lasciandoci però un dolce
ricordo indelebile.
Come non ricordare gli anni 60, carissimo Antonio?
RispondiEliminaGli stranieri d'estate, proprio in Emilia Romagna, miravano alle nostre belle giovani italiane e gli uomoni aspiravano all'amore delle svedesi...
L'amore e valori sani imperavano...
Abbraccio e buona domenica.
Lo so che anche tu frequentavi la spiaggia adriatica... :-)
EliminaBei tempi, quelli, cara sirenetta Gianna ;-)
Un dolce abbraccio :-)
Bei tempi...per la mia giovane età, caro amico mio.
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