Sembra essersi placata la furia degli elementi che in questo mese
di novembre ha devastato varie parti d’Italia, specialmente il Centro-Nord.
Oggi abbiamo rivisto un bel sole splendente, dopo settimane
di cielo plumbeo.
E dove non sono arrivate le alluvioni, sono arrivate altre
piaghe bibliche, come la mosca olearia che ha rovinato la raccolta delle olive. Parlare di “raccolta” a dir la verità è
perfino improprio, dal momento che molti coltivatori non hanno provveduto
neppure a raccogliere il prodotto, completamente marcito.
Una stagione da dimenticare. Temo che imperverseranno olii
extravergini di olive “moscate”...
Per ora, oltre che continuare a ungere con l’ottimo olio
vecchio dello scorso anno, e con qualche po’ di quello nuovo (senza mosca!) per
la bruschetta, regalato da amici davvero speciali, mi consolo con una musica
altrettanto speciale, quanto “impossibile”: la Toccata in Re minore per
pianoforte, op. 11, di Sergej Prokofiev (1891-1953), del 1912.
Un brano scritto in età giovanile, ma che contiene le tipiche caratteristiche dell’arte del grande compositore russo (oggi dovrei dire
ucraino, dal momento che nacque nella zona di Donetzk): virtuosismo, forza vitale,
geniali soluzioni armoniche, senza mai giungere però allo sperimentalismo atonale.
A differenza di Rachmaninov, che preferì l’esilio negli
Stati Uniti, Prokofiev restò legato all’Unione Sovietica e in certo senso ne fu
il cantore, anche se tenuto d’occhio dal regime e talora censurato. Fu
censurata anche la sua morte, avvenuta in contemporanea a quella di Stalin, il 5 marzo
1953. Per non togliere spazio alcuno alle celebrazioni funebri di “Baffone”, la
notizia della morte del grande musicista fu data una settimana dopo...
La Toccata in Re
minore, op. 11, è uno dei brani pianistici più celebri per la difficoltà di
esecuzione. Il virtuosismo raggiunge il parossismo; ma alla fine ci accorgiamo
che non si tratta solo di esasperata tecnica, ma di quel vitalismo innovatore
che già Stravinskij aveva introdotto, rompendo gli schemi del tardoromanticismo.
La difficoltà di questa Toccata è leggendaria. È stato detto che lo stesso Prokofiev, benché ottimo
pianista, avesse qualche problema ad eseguirla, perché gli rimaneva troppo difficile...
In effetti, guardate un po'...
Il pianista è il cinese Xiao-Tang Tan (1979), che ha già al suo attivo grandi performances.
Il pianista è il cinese Xiao-Tang Tan (1979), che ha già al suo attivo grandi performances.
ma che musica "nervosa", ho il cuore in gola! ciao, buon fine settimana
RispondiEliminaE il grande Horowitz la eseguiva in meno di 4 minuti... ;-) Ma in questo caso forse esagerava.
EliminaBuon fine settimana anche a te, Aliza :-) e grazie della visita ;-)
musica appassionante... (mi sono chiesta se il pianista ce l'avrebbe fatta!! )e sempre guarnita da elementi culturali indispensabili.
RispondiEliminagrazie e Buon fine settimana
luisa
Si deve riconoscere che oggi il livello tecnico pianistico (e di ogni altro strumento musicale) è molto elevato, sia per l'apporto della scuola cinese e giapponese, sia per la diffusione e la precocità degli studi musicali (e la disponibilità degli strumenti), tutte cose fino a pochi decenni fa impensabili.
EliminaDiverso è il discorso sull'interpretazione delle partiture. Le nuove leve di Cina e Giappone hanno ancora bisogno, a mio avviso, di una migliore capacità di "lettura espressiva" della musica occidentale. Ma il processo è ormai ben avviato.
Mi fa piacere che il brano sia stato di tuo gradimento, carissima Luisa, e ti auguro anch'io un Buon fine settimana :-)