Sono i giorni della Settimana Santa. Si ricorda la passione, morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Non si può giungere alla gloria della risurrezione, senza
prima passare attraverso la passione. Sono le parole di Gesù ai due scoraggiati discepoli di
Emmaus (Lc 24,13-35).
Ciò che sembra una sconfitta, la morte in croce di Cristo, è
in realtà preludio alla Sua glorificazione.
Per questo il cristiano non può essere mai del tutto triste, nemmeno nei momenti più bui dell'esistenza, perché sa che l’ultima parola non l’avrà la sofferenza e la morte, ma la vita e la risurrezione.
Gli antichi pittori disegnavano Cristo Crocifisso con gli
occhi aperti e con una espressione serena, e già gloriosa: Christus triumphans,
piuttosto che Christus patiens; Cristo vittorioso, anziché Cristo sofferente.
Esemplare a questo riguardo è il Crocifisso di S. Damiano,
quello caro a S. Francesco, e che troviamo in molte abitazioni. Ispira una
serenità infinita.
Anche per questo preferisco iniziare la Settimana Santa con la
musica di Antonio Vivaldi.
Il grande musicista e sacerdote veneziano (“il prete rosso”)
non riesce mai a scrivere musica “triste”. Perfino quando tratta della Passione
e Crocifissione di Cristo.
In lui c’è sempre la gioia della speranza, l’attesa della
Risurrezione.
Ecco dunque il “Crucifixus”, dal Credo in Mi minore, RV 591.
Non raggiunge la sublime bellezza del Credo 592, che ho già postato in altra
occasione:
http://semperamicus.blogspot.it/2011/03/ce-un-giudice-strasburgo.html
http://semperamicus.blogspot.it/2011/03/ce-un-giudice-strasburgo.html
Ma siamo sempre nella “grande bellezza”, quella che salverà
il mondo.
Crucifixus etiam pro nobis
sub Pontio Pilato
passus et sepultus est.
Fu crocifisso per noi
sotto Ponzio Pilato
soffrì la passione
e fu sepolto.
sub Pontio Pilato
passus et sepultus est.
Fu crocifisso per noi
sotto Ponzio Pilato
soffrì la passione
e fu sepolto.
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