Nel “Carnevale degli Animali” (1887) di Saint-Saëns, il quadro musicale dedicato al Cigno è il penultimo, prima del finale, e si differenzia nettamente dagli altri per il suo carattere dolcemente melodico.
Secondo un’antica leggenda, ricordata da Platone nel dialogo il “Fedone”, i cigni prima di morire intonano un canto meraviglioso. Platone intende fare una similitudine tra il canto del cigno e il ragionamento finale di Socrate, che sta per essere ucciso mediante cicuta.
Socrate, in quel memorabile dialogo, dimostra l’immortalità dell’anima; per questo motivo la morte non deve far paura, ma deve essere affrontata con serenità e perfino con gioia da coloro che hanno agito secondo verità e giustizia. Questo è il suo canto del cigno. Era l’anno 399 avanti Cristo.
È la bellezza del cigno, la sua eleganza nelle movenze, il candore del piumaggio, la maestosa leggerezza, che ha sempre colpito la fantasia popolare.
Per questo, secondo la mitologia, Giove conquistò la bellissima Leda trasformandosi in cigno, dando argomento agli artisti per sbizzarrirsi in splendide opere. La “Leda e il Cigno” del Tintoretto (1578), agli Uffizi, a mio parere batte tutta la concorrenza, compresi Leonardo e Michelangelo (copia di Rubens).
La letteratura non poteva mancare di dire la sua; e la fiaba “Il brutto anatroccolo” di Andersen (1843) è un vero e proprio capolavoro.
In epoca romantica e moderna sono stati soprattutto i musicisti a trarre ispirazione dal cigno, benché si tratti notoriamente di un animale praticamente senza voce.
E invece si parla del Cigno di Pesaro, per indicare Rossini, del Cigno di Busseto per Verdi, del Cigno di Catania per Bellini, e così via.
Certamente il Cigno di Saint-Saëns ha preso ispirazione da “Il lago dei cigni” di Tschaikovskij (1877). Alla fine del balletto, nella “Scena finale”, la morte del cigno è una delle pagine immortali della musica. Proprio un canto del cigno!
Ma ascoltiamo invece il geniale quadro musicato da Saint-Saëns, nel Carnevale degli Animali.
Per dare voce al Cigno ci sono le note del violoncello, mentre due pianoforti accompagnano con arpeggi, come movimenti nell’acqua.
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