Il modo migliore per rendere omaggio ad un cantante è presentare e ascoltare le sue canzoni.
Io ho voluto ricordare l’11° anniversario della scomparsa di Fabrizio De André (11 gennaio 1999) presentando quelle che a mio parere sono le canzoni più belle del suo repertorio.
Difficile fare una graduatoria di merito tra le ballate di questo moderno "trovatore", che con la sua voce educata e un filo di accompagnamento di chitarra ha saputo far vibrare nel profondo le corde della nostra sensibilità.
Ognuno poi ha le sue preferenze, legate magari a ricordi ed episodi personali.
Ma certamente La guerra di Piero, Via del Campo e Geordie spiccano su tutte le altre.
All’elenco ne manca una, quella che a mio modesto avviso è la più bella di tutte, La canzone di Marinella, del 1964.
Fu la canzone che decretò il successo del cantante, grazie anche ad una personalissima intepretazione di Mina nel 1967.
È l’eterno tema dell’amore, trattato con immagini ed espressioni da vero artista: un amore “senza una ragione, come un ragazzo segue un aquilone”; delicati silenzi poetici, “lui pose le sue mani sui tuoi fianchi”; e la tragedia finale introdotta con quel “dicono poi che mentre ritornavi”, che dà alla canzone il sapore della fiaba e contemporaneamente della storia vera.
Una linea melodica affascinante, un ritmo semplicissimo e un elementare giro armonico di La minore, con opportuni passaggi a quello di Do minore, per dare varietà alle strofe.
Tra la retorica e la poesia il passo è breve e talora quasi impercettibile.
Alcuni critici hanno giudicato questa canzone come retorica. Io la considero invece sublime. Non si è ancora capito che De André non è stato solo un cantante di protesta (lì sì che talvolta è caduto nella retorica...), ma un vero poeta, ricco di pathos.
Ne è prova il fatto che La canzone di Marinella consacrò l'arte del menestrello genovese, e gli spianò la via al successo. E il fascino di questa canzone rimane ancora intatto.
La canzone di Marinella, La guerra di Piero, Via del Campo, Geordie…
Sono le canzoni che ci hanno entusiasmato e con le quali abbiamo cantato i nostri sogni.
Quanto ti dovremo ringraziare, grande De André, per quello che ci hai regalato… Insieme a Battisti ci hai regalato i suoni e i colori della nostra giovinezza.
Io ho voluto ricordare l’11° anniversario della scomparsa di Fabrizio De André (11 gennaio 1999) presentando quelle che a mio parere sono le canzoni più belle del suo repertorio.
Difficile fare una graduatoria di merito tra le ballate di questo moderno "trovatore", che con la sua voce educata e un filo di accompagnamento di chitarra ha saputo far vibrare nel profondo le corde della nostra sensibilità.
Ognuno poi ha le sue preferenze, legate magari a ricordi ed episodi personali.
Ma certamente La guerra di Piero, Via del Campo e Geordie spiccano su tutte le altre.
All’elenco ne manca una, quella che a mio modesto avviso è la più bella di tutte, La canzone di Marinella, del 1964.
Fu la canzone che decretò il successo del cantante, grazie anche ad una personalissima intepretazione di Mina nel 1967.
È l’eterno tema dell’amore, trattato con immagini ed espressioni da vero artista: un amore “senza una ragione, come un ragazzo segue un aquilone”; delicati silenzi poetici, “lui pose le sue mani sui tuoi fianchi”; e la tragedia finale introdotta con quel “dicono poi che mentre ritornavi”, che dà alla canzone il sapore della fiaba e contemporaneamente della storia vera.
Una linea melodica affascinante, un ritmo semplicissimo e un elementare giro armonico di La minore, con opportuni passaggi a quello di Do minore, per dare varietà alle strofe.
Tra la retorica e la poesia il passo è breve e talora quasi impercettibile.
Alcuni critici hanno giudicato questa canzone come retorica. Io la considero invece sublime. Non si è ancora capito che De André non è stato solo un cantante di protesta (lì sì che talvolta è caduto nella retorica...), ma un vero poeta, ricco di pathos.
Ne è prova il fatto che La canzone di Marinella consacrò l'arte del menestrello genovese, e gli spianò la via al successo. E il fascino di questa canzone rimane ancora intatto.
La canzone di Marinella, La guerra di Piero, Via del Campo, Geordie…
Sono le canzoni che ci hanno entusiasmato e con le quali abbiamo cantato i nostri sogni.
Quanto ti dovremo ringraziare, grande De André, per quello che ci hai regalato… Insieme a Battisti ci hai regalato i suoni e i colori della nostra giovinezza.
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