Primo Maggio: festa del lavoro.
Il lavoro è ciò che sostenta l’uomo materialmente e lo
realizza interiormente. Anche il Figlio di Dio, facendosi uomo, ha voluto imparare un mestiere: da Figlio di Dio a "figlio di Giuseppe", il falegname.
Ho sempre desiderato insegnare, ho faticato per questo,
senza risparmiarmi; ho potuto realizzare il mio desiderio, e ora che guardo da
pensionato il lavoro svolto, mi sento abbastanza gratificato.
Oggi magari tutto è più complicato, in ogni settore. E
quando il lavoro non realizza le aspettative delle persone, o quando scarseggia
o manca addirittura, allora l’uomo entra in crisi e può perdere anche la
fiducia in se stesso.
Per questo, all’inizio di questo mese, il più bello di tutti
i mesi, “il maggio odoroso” del Leopardi (ricordate?), affido le gioie e le
speranze, le tristezze e le angosce di tutti noi all’aiuto materno di Maria,
stella del mare: Ave, maris stella.
Il bellissimo testo liturgico latino, magnificamente musicato
per quattro voci miste a cappella da Edvard Grieg (per il quale ho una
particolare predilezione) e qui adattato per quattro voci femminili, è un’invocazione
alla Madre di Dio, affinché allontani da noi ogni male e ottenga per noi ogni
bene:
Mala nostra pelle, bona cuncta posce.
Maggio è il mese mariano per eccellenza.
Uniamo mentalmente la nostra voce con quelle delle 7 coriste
lettoni per invocare la protezione e l’aiuto della Madre del cielo.
Buon mese di maggio!
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