Non posso lasciar passare la giornata del 28 gennaio senza
festeggiare S. Tommaso d’Aquino.
Come filosofo, Tommaso rappresenta la potenza della ragione
umana nella ricerca della verità. La verità esiste, perché anche chi la nega,
fa un’affermazione che considera vera. Lo scettico è sempre in contraddizione
con sé stesso, cioè nell’impossibilità di dire o di fare alcunché.
Come teologo, Tommaso è l’uomo che riconosce umilmente i limiti della ragione e si affida alla potenza, anzi all’onnipotenza di Dio, nel
superarli. E solo nella Parola di Dio, che si rivela in Cristo, abita la
pienezza della verità.
Come santo, Tommaso è la testimonianza di una vita spesa
solo per amore di Dio e dell’uomo. Di nobile e ricca famiglia, ha lasciato
tutto per seguire Cristo nell’ordine mendicante dei Domenicani; ha messo a disposizione
il suo immenso sapere per indicarci la via maestra del pensiero cristiano; ha condotto
la sua esistenza terrena (49 anni) in quella purezza di cuore che apre alla
visione di Dio: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5, 8).
Ho una particolare predilezione per S. Tommaso, anche perché
è stato il maestro di filosofia e teologia per eccellenza, discipline a me molto care. Un insegnamento che
ha del prodigioso per profondità di concetti e per chiarezza di esposizione.
Nessuno, neppure Aristotele, può competere in questo con
Tommaso, che pure è un suo “discepolo”. Per molti aspetti infatti le
affermazioni tomiste chiariscono in modo consequenziale affermazioni che in Aristotele
appaiono talvolta contraddittorie.
Paradossalmente, per molti aspetti, Tommaso è più aristotelico di Aristotele.
Si potrebbe dire: Amicus Aristoteles, sed magis amica
veritas...
Come noto, Tommaso è
stato anche autore di stupendi inni religiosi eucaristici. Basterà ricordare Pange
lingua (Tantum ergo) e Panis Angelicus, musicati e cantati da artisti di ogni
epoca.
Voglio invece postare due strofe del Lauda Sion, altro celebre inno di S. Tommaso, cantato in occasione della visita di Papa Francesco in Uganda,
il 28 novembre scorso. Due strofe con ritornello, trattate in forma di mottetto basato su di una musica tradizionale di
origine portoghese. Il coro non è quello della Cappella Sistina. Ma penso che S. Tommaso apprezzerà ancor di più.
Ecce panis angelorum,
factus cibus viatorum,
vere panis fíliorum,
non mittendus canibus.
In figuris præsignatur,
cum Isaac immolatur,
agnus paschæ deputatur,
datur manna patribus.
Ecce panis...
In figuris præsignatur,
cum Isaac immolatur,
agnus paschæ deputatur,
datur manna patribus.
Ecce panis...
Ecco il pane degli Angeli,
fatto cibo dei viandanti,
veramente pane dei figli,
da non gettare ai cani.
Nelle figure è preannunciato:
con Isacco è immolato,
designato come agnello di Pasqua,
dato come manna ai padri.
Nelle figure è preannunciato:
con Isacco è immolato,
designato come agnello di Pasqua,
dato come manna ai padri.
Commovente il Lauda Sion e quante cose imparo da te Amicus Plato mio, proprio tante..ad amare anche san Tommaso , che fino ad ieri per me di amabile aveva solo il nome..
RispondiEliminaUn abbraccio indispensabile amico mio!
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il brano musicale, mia cara Nella :-)
EliminaCosì come averti interessato sulla figura di S. Tommaso ;-)
Un affettuoso e forte abbraccio :-)
Dolce serata amico mio...
Elimina:-))
Elimina