Nella festività dei Santi, beato l'uomo che teme il Signore!
Il timore del Signore non è, come qualche saputello
presuntuoso potrebbe pensare, una menomazione della libertà dell’uomo.
È esattamente il contrario. Per citare un’espressione della
Bibbia, è l’inizio della vera sapienza: “Initium sapientiae timor Domini” (Sir 1, 16), l’inizio
della sapienza è il timore del Signore.
Il santo timor di Dio non è ovviamente la paura del padrone,
o peggio, la paura del tiranno.
È invece il doveroso rispetto verso colui che è nostro Padre,
e che ci insegna la via della giustizia.
Ma non è l’amore il sentimento che lega al proprio genitore?
Come può esistere il timore nell’amore?
Certo, se tutto il nostro rapporto con Dio fosse unicamente nel
timore reverenziale, allora si avrebbe un rapporto che vede nei comandamenti divini
solo degli obblighi, delle limitazioni al nostro agire.
Ma se il santo timor di Dio è vissuto all’interno del
sentimento dell’amore, allora non solo non è più limitativo, ma è la logica e gioiosa espressione
della nostra libertà d’azione.
Nessuno vuole veramente bene al proprio genitore se l’offende,
se gli mentisce o addirittura lo ignora e lo elimina dalla propria vita, e se disprezza i familiari.
Chi ama suo padre e sua madre, li onora e quindi ne ha un
doveroso rispetto, “il santo timore” di rattristarli, il timore di sbagliare
strada e di finire male.
Per questo il Salmo 111 (112) dice nel suo incipit: “Beato l’uomo
che teme il Signore e trova grande gioia nei suoi comandamenti” (Beatus vir qui
timet Dominum, in mandatis eius volet nimis).
I Santi sono quegli uomini beati di cui parla il Salmo, che
nell’amore di Dio, non disgiunto dal suo santo timore, hanno operato la
giustizia e la carità verso i fratelli, raggiungendo la pienezza della vita.
Il mondo di oggi, che sta perdendo il timor di Dio, si
dirige verso l’horror delle zucche di Halloween.
Con il vuoto esistenziale che le accompagna.
Propongo perciò un breve versetto del Salmo 111 (112): Beatus Vir, RV 597, per coro, solisti e orchestra, di Antonio Vivaldi:
"In memoria aeterna erit iustus, ab auditione mala non timebit" (il giusto sarà in eterna memoria, non temerà annunzio di sventura), in un arrangiamento per pianoforte. Volenteroso il coro brasiliano.
Un frammento per invitare all'ascolto del tutto.
Buona festa di Ognissanti!
Buona Festa a te, caro Antonio.
RispondiEliminaBuone giornate di festa anche a te, cara Gianna :-)
EliminaNel ricordo dei nostri cari :-)
I soo orgoglioso come virtu' il timor di Dio.dentro il suo Amore come dici
RispondiEliminaSolo nell'amore trova pieno significato il timor di Dio, e ne diventa una concreta e gratificante manifestazione.
EliminaSolo così il nostro orgoglio viene vinto: quando inizia ad agire quel saggio pensiero che solo Dio è l'onnipotente e noi siamo nelle sue mani paterne.
Ciao, carissimo Luca :-)
Grazie per tanta... bellezza di luce.
EliminaBuona notte carissimo Amicusplato ^_^
Grazie a te, carissima Terry, per la tua preziosa presenza ^_^
EliminaBuona notte anche a te :-)