mercoledì 20 febbraio 2013

Il diavolo, naturalmente!



Siamo nel tempo di Quaresima, tempo di penitenza, di preghiera e di riflessione.

Il Mercoledì delle Ceneri ci ha ricordato che siamo polvere e in polvere torneremo. Non è un bel ritornello, ma purtroppo è la nuda verità. Sarà bene tenerne conto.

Il Vangelo di Domenica scorsa ci ha presentato le tentazioni di Gesù.

Chi è il tentatore? Il diavolo, naturalmente, l’angelo che si è ribellato al suo Creatore e cerca di portare alla rovina ogni altro essere.

C’è chi non crede al diavolo e ai suoi accoliti. Purtroppo lo spettacolo che ogni giorno viene offerto nel teatro del mondo presenta delle scene così drammatiche e truci che non possono essere spiegate senza la presenza di qualche attore “tenebroso”.

Perciò al diavolo ci credo.

Ma so con certezza che Dio è il Creatore, e dunque nessuna creatura, quantunque astuta, potente e malvagia potrà mai vincerLo.

Dunque, mi affido a Dio, e sono certo che la Sua onnipotenza supplisce alla mia povera fragilità.

Per questo sono sereno, nonostante questo temibile avversario.

Mi pare interessante presentare la figura di Satana così come l’ha immaginata Arrigo Boito nella sua grande opera “Mefistofele” (1868). 

Boito, famoso componente della “Scapigliatura” milanese, librettista anche di Verdi e altri ancora, prese il tema del suo melodramma dal “Faust” di Goethe.  

Ben nota la trama: il dottor Faust vende l’anima al diavolo (Mefistofele) pur di ottenere la felicità. Alla fine sarà la felicità eterna ad affascinarlo, e così riscatterà la sua anima. 

Nella videoclip, Mefistofele annuncia il suo programma nichilista.

Straordinaria la performance del basso-baritono gallese Bryn Terfel, un Mefistofele “perfetto”.


Atto I, Sc. II. Mefistofele (basso)

Son lo Spirito che nega

Son lo Spirito che nega sempre, tutto; l'astro, il fior.
Il mio ghigno e la mia bega turban gli ozi al Creator.
Voglio il Nulla e del Creato la ruina universal.
E' atmosfera mia, è atmostera mia vital,
ciò che chiamasi peccato, morte e mal.
Rido e avvento questa sillaba:
"No!" Struggo, tento, ruggo, sibilo:
"No!" Mordo, invischio, struggo,
tento, ruggo, sibilo: Fischio! Fischio! Fischio! Eh!

[Fischia violentemente colle dita fra le labbra. ]

Parte son d'una latebra del gran tutto: Oscurità.
Son figliuol della Tenebra che Tenebra tornerà.
S'or la luce usurpa e afferra il mio scettro a ribellion,
poco andrà la sua tenzon:
v'è sul sol, v'è sul sole e sulla terra, distruzion!
Rido e avvento questa sillaba:
"No!" (ecc.).

[Fischia violentemente colle dita fra le labbra. ]

A. Boito


4 commenti:

  1. Ogni tanto mi dimentico che il diavolo ci mette la coda...

    Hai fatto bene a ricordarlo, Antonio.

    Un grande abbraccio.

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    1. "La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste".

      È un celebre aforisma di Baudelaire. E se lo diceva il "poeta maledetto", c'è da credergli... ;-)

      Un affettuoso saluto, carissima Gianna :-)

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  2. A me il diavolo fa paura proprio per la mia frgilità e uello che succede nel mondo, senza una razionalità ,solo crudeltà, questo brano mi è piaciuto perchè un po' lo esorcizza, fa meno paura.

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    1. Anche a me il diavolo fa paura, caro Luca; ma so che Qualcuno lo ha già vinto per me.

      La vittoria di Cristo su Satana mi dà certezza che alla fine sarà Cristo il vincitore, nonostante le mie fragilità :-)

      Del resto anche nel Faust (e nel Mefistofele), Satana alla fine non riesce a vincere su Faust, perché Faust sente più affascinante il desiderio dell'Assoluto, piuttosto che l'attimo fuggente.

      Il brano di Boito è veramente geniale. Mefistofele, nella sua smaccata malvagità, scopre troppo le sue orrende carte.

      Del resto, il diavolo fa le pentole, ma non sa fare i coperchi, come dice il proverbio. Cioè, le sue malvagie azioni alla fine vengono smascherate.

      Un caro saluto!

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