Domani ricorre la festa della patrona dell’Arma dei Carabinieri.
Si può onorare la benemerita Arma ricordando i gesti valorosi
ed eroici di singoli militari, come Salvo D’Acquisto e Carlo Alberto Dalla
Chiesa, o famose azioni di guerra, come la Carica di Pastrengo (1848) e la
battaglia di Gondar (21 novembre 1941).
Ma si può ricorrere anche all’umorismo di un regista come Sergio
Corbucci e all’ inimitabile recitazione di Totò in veste di maresciallo dell’Arma.
Nel film “I due marescialli” (1961) Totò è un ladruncolo (Antonio Capurro) che per sfuggire alla
cattura indossa abusivamente la divisa di maresciallo dei carabinieri. Ma, a
differenza del famoso adagio, l’abito alla fine fa il monaco, e di fronte alla
ferocia del tenente Kessler e dei nazisti, è pronto a sacrificarsi da vero carabiniere
per salvare degli innocenti.
http://youtu.be/t8ksPZutmn8
Molte sono le scene cult del film, ma la più esilarante è
quella della “pernacchia”. Kessler nel bel mezzo di un discorso alla piazza si
becca una solenne pernacchia. Il malandrino peto vocale è opera del maresciallo
Capurro. Nel tentativo di scoprire il colpevole, Kessler è indotto dallo stesso
Capurro a riceverne in faccia altre tre, “autorizzate” da lui medesimo, e una quarta ancora da parte del maresciallo.
Grottesca fino al sublime (se così si può dire, parlando
di una cosa tanto infima) la dissertazione di Totò sulla pernacchia: “Bisognerebbe
stabilire i connotati di questa pernacchia. Ci sono pernacchie acute, roboante
(sic!), lunghe, corte, medie...”
I “connotati” della pernacchia.... Grande Totò!
Subito dopo Charlie Chaplin egli è, a mio avviso, il più
grande attore comico della storia del cinema.
Non ha ricevuto Oscar per le sue interpretazioni né per la
carriera.
Ma, con buona pace di Hollywood e di tutto lo “star system”,
geniali si nasce e Totò lo
nacque, modestamente.
Domani onoreremo, con altro post, la patrona dell'Arma, la "Virgo Fidelis".
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