La Patristica è l’epoca in cui la Chiesa, attraverso l’opera dei cosiddetti Padri, riesce a presentare le verità cristiane nella cultura e nel linguaggio del mondo classico, greco e romano.
Si va dal I secolo (Clemente Romano) al secolo VIII (Giovanni Damasceno).
Si può anche dire che, attraverso l’opera dei Padri, vengono poste le basi della cultura occidentale; quella cultura di cui noi, consapevoli o meno, siamo gli eredi.
Per capire il lavoro gigantesco che sta dietro a questo cambiamento epocale, basti dire che le opere patristiche sono state raccolte e pubblicate dal monaco francese Jacques-Paul Migne nel corso del 1800 in ben 217 volumi di autori latini (Patrologia Latina, PL) e in 166 volumi di autori greci (Patrologia Greca, PG).
Soltanto per S. Agostino abbiamo un migliaio di opere, e per Origene sono ricordati iperbolicamente ben 6.000 titoli, del quale però rimangono solo le opere principali.
A S. Girolamo invece si deve il merito di aver tradotto in latino tutta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, dal Genesi all’Apocalisse, 73 libri. Un’opera colossale.
S. Girolamo conosceva perfettamente il greco, in cui è scritto il Nuovo Testamento. Per apprendere meglio l’ebraico, in cui è scritto quasi tutto il Vecchio Testamento, prese dimora in Palestina, a Betlemme e lì concluse la sua vita.
Il latino era la sua madrelingua, e per di più egli aveva avuto come maestro il grande grammatico e retore Elio Donato, che si ispirava a Cicerone.
La traduzione che S. Girolamo ci ha dato della Bibbia è la famosa Vulgata; non solo un’opera linguisticamente perfetta, ma fino al Concilio Vaticano II la Bibbia latina ufficiale della Chiesa cattolica.
La perfezione linguistica, oltre che l’aderenza ai testi, era la sua massima aspirazione.
Egli stesso raccontò un suo incubo; sognò di essere condannato da Dio con questa accusa: “Tu non sei cristiano, sei ciceroniano!”
E invece, proprio la musicalità, la perfezione e la fedeltà della Vulgata hanno dato al mondo un capolavoro di bellezza e di fede.
Oggi si possono notare alcune imprecisioni, che sono state corrette.
Ma solo il genio di S. Girolamo, il grande discepolo di Elio Donato e l’emulo di Cicerone, poteva donarci un’opera talmente bella da apparire ispirata da Dio, come i testi originari.
Ricorderò solamente che il primo libro dato alle stampe, da Giovanni Gutenberg di Magonza nel 1455, è stata la celebre “Bibbia a 42 linee” (o "Bibbia Mazarina") nella versione di S. Girolamo, cioè la Vulgata.
Nella foto in alto: "Bibbia a 42 linee", stampata da Giovanni Gutenberg, 1455, Biblioteca Mazarina, Parigi
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