Perdere la finale del campionato europeo, perdere in casa propria, perdere quando hai già preparato il pullman per i festeggiamenti, perdere quando sei favorito da tutti i pronostici, perdere quando hai eliminato proditoriamente dal campo il miglior avversario, e perdere se sei francese, allora è una débacle su tutta la linea, col sapore del ridicolo.
Eh sì. Quel pullman già pronto prima della partita con la scritta "Champions d'Europe. Merci" fa apparire la sconfitta dei "galletti" una umiliante beffa.
E quell'intervento rugbystico sul ginocchio di Cristiano Ronaldo, neppure punito dall'arbitro (!), che ha fatto fuori CR7 tra lacrime di dolore fisico e psicologico, privando il Portogallo del proprio leader, è una macchia sportiva che rimarrà nella memoria di tutti. Quasi come la capocciota di Zidane a Materazzi nella finale mondiale di Berlino del 2006.
Ma ai francesi interessava vincere, per fas et nefas.
Invece a Parigi ieri, come a Berlino nel 2006, i galli hanno dovuto abbassare la cresta.
E Cristiano Ronaldo con la sua squadra "operaia" ha portato il trofeo a Lisbona in festa.
Zoppicando, ovviamente.
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