Il Regno Unito ha deciso con un referendum di uscire dall'Unione Europea. Un exit po' travagliato, tra l'hello e il goodbye, ma alla fine l'addio ha prevalso.
L'Inghilterra è la patria della democrazia, quindi, niente da dire. Goodbye!
Qualcosa però c'è da dire su altre questioni, piccole e meno.
Non si capisce ad esempio perché (visto che ancora è un Regno Unito) ai campionati europei e mondiali partecipino ben quattro "nazionali" di sua maestà (Dio la salvi): Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord.
Per analogia la Spagna potrebbe accampare la pretesa ad avere anche lei quattro "nazionali": catalana, basca, gallega e spagnola. Perfino l'Italia potrebbe avanzare diritti e presentare una nazionale sudtirolese, valdostana e sicula. Gli Stati Uniti poi dovrebbero presentarne una cinquantina.
Non si capisce perché, mentre stava nell' Unione Europea, non abbia voluto accettare le regole stradali dell'UE: cioè la guida a destra. Si sa quanto l'Europa sia pignola: detta regole su tutto, compresi il diametro delle vongole e la lunghezza delle zucchine. Ma non sulla obsoleta guida degli inglesi.
Anche il loro tardivo ingresso nell'Unione, il mantenimento della sterlina e della Banca d'Inghilterra e la non adesione al trattato di Schengen ci fanno capire che l'UK voleva tenere i piedi in due staffe, anzi, in due sponde, cioè di qua e di là dalla Manica.
Ora l'Inghilterra è tornata nelle sue scogliere. Direbbe il Times di Londra: "Con la Brexit il Continente è isolato".
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