venerdì 29 marzo 2013

Una morte che dà vita




Venerdì Santo. La morte di Gesù Cristo.
 
“Il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra” (Lc 23, 44).
 
Nessuna parola può essere adeguata per esprimere il più grande mistero di male da parte dell’uomo: la morte, l’uccisione, di Dio.
 
Solo nella Risurrezione si illumina questa giornata di tristezza infinita: da quella morte non è venuta la nostra condanna, ma la nostra redenzione.
 
“Vere languores nostros ipse tulit et dolores nostros ipse portavit, cuius livore sanati sumus”.
Veramente Egli si caricò dei nostri mali e portò i nostri dolori, e dalle sue piaghe siamo stati salvati (Isaia 53, 4-5).
 
Lasciamoci avvolgere dalle appassionate note del “Canto senza parole”, op. 62 n.3, in Mi minore, di Felix Mendelssohn-Bartholdy, più eloquenti di ogni parola.



 
 

9 commenti:

  1. Viviamo bene questa giornata di tristezza...

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    1. Una giornata che è anche sicura speranza :-) La croce è segno di salvezza e premessa di risurrezione :-)

      Un grande abbraccio, carissima Gianna :-)



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  2. “Donaci una fedeltà che resista nello smarrimento e un amore che ti accolga nel momento più estremo del tuo bisogno, come la Madre tua, che ti avvolse di nuovo nel suo grembo”, scriveva il Card. Ratzinger, nelle sue meditazioni della Via Crucis del 2005.

    Un abbraccio Nell

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    1. "Dio non è rimasto in silenzio di fronte al male, ha risposto, la sua risposta è la croce, che vuol dire "misericordia, amore e perdono". "Anche i cristiani sono chiamati a rispondere al male con il bene".

      Così poca fa ha detto Papa Francesco, alla conclusione della Via Crucis al Colosseo.

      Mi colpisce sempre più anche la profondità del pensiero di questo Papa. La sua amicizia con Ratzinger non è casuale.. ;-)

      Un caro e affettuoso abbraccio anche a te, carissima Nell :))

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    2. L'ho seguita Amicus,sono state molto intense e commoventi le riflessioni dei giovani libanesi, una preghiera di pace e di amore, che mi auguro che apra il cuore di chi lo ha chiuso. Il papa ha chiarito a chi vorrebbe dei cristiani armati, dicendo che la nostra risposta è la croce, l'amore.Hai ragione, c'è una comunione profonda fra Benedetto e Francesco e pur nella loro diversità è evidente di come siano uniti dallo Spirito Santo, che bella che è la chiesa! Un abbraccio Amicus..

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    3. "In questi ultimi anni la figura del Cristo è diventata per me fondamentale: è il pensiero della sua fine in croce a rendermi impossibile anche solo l'idea di aiutare qualcuno a morire. Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza." Enzo Jannacci, febbraio 2009

      La metto, perche è morto Iannacci e mi piace ricordarlo con queste sue parole e poi so che ami la musica..buona notte Amicus Nell

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  3. Diceva quelle parole, in relazione della morte di Eluana..

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    1. “Credo in Dio e non sono ateo”. Così dichiarò Enzo Jannacci in un’intervista pubblicata il 26 agosto 2009 dal quotidiano “Avvenire”. Paragonò il suo incontro con Cristo ad un innamoramento, che prende ed è più forte di ogni ogni altro sentimento.

      Grande Jannacci anche in questo, uno dei simboli della contestazione. Ha incontrato il vero "contestatore", Colui che cambia davvero la nostra vita e quella della società, nel profondo :-)


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