Dopo i coriandoli del carnevale, le ceneri della quaresima.
Ci aiuta a capire il significato di quel pizzico di cenere sulla testa Giuseppe Gioacchino Belli, che nei suoi oltre duemila sonetti in romanesco descrive tutti gli aspetti della vita, e non solo quelli burleschi, come qualcuno forse pensa, erroneamente.
In questo bellissimo sonetto, Er caffettiere filosofo (1833), l’uomo è paragonato a un chicco (vago) di caffè in un macinino….
Er caffettiere filosofo
L'ommini de sto monno so' ll'istesso
che vaghi de caffè ner macinino:
c'uno prima, uno doppo, e un antro appresso,
tutti quanti però vanno a un distino.
Spesso muteno sito, e caccia spesso
er vago grosso er vago piccinino,
e s’incarseno tutti in su l'ingresso
der ferro che li sfragne in porverino.
E l'ommini accusì viveno ar monno
misticati pe mmano de la sorte
che se li ggira tutti in tonno in tonno;
E mmovennose ognuno, o piano, o forte,
senza capillo mai caleno a ffonno,
pe ccasca' ne la gola de la morte.
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