Nonostante la stagione poco propizia, stamani ho voluto fare una passeggiata in collina, all’aria aperta. Ne sentivo il bisogno.
Anche l’ombrello però era aperto, per una pioggia fredda e fastidiosa, che non mi ha permesso nemmeno di dare uno sguardo all’ambiente circostante, ma mi ha costretto a stare attento dove mettevo i piedi.
Passeggiare tra campi con un ombrello aperto non è il massimo della poesia, e neanche il minimo della prosa. Si avvicina al genere comico...
Ma a quell’ora non c’era nessuno, in un ambiente ancora quasi brullo, con gli alberi quasi spogli, i fiori rarefatti, le violette spaurite e tardive.
Ma a quell’ora non c’era nessuno, in un ambiente ancora quasi brullo, con gli alberi quasi spogli, i fiori rarefatti, le violette spaurite e tardive.
In questo scenario quasi invernale sento all’improvviso il canto di un cuculo. Sì, un cuculo!
Un breve canto, quasi rauco; un cuculo baritonale; un cuculo depresso, ma un cuculo.
Subito dopo, da un’altra parte della collina, il canto di un altro cuculo, addirittura; in tonalità un po’ più sostenuta, sempre nelle zone basse della scala, una voce da contralto.
Cantavano sotto la pioggia, ma senza alcuna allegria. Non era certo lo spavaldo annuncio della primavera radiosa.
Piuttosto un lamento per la buona stagione che non vuole arrivare.
E poiché la pioggia continuava, i due solisti hanno chiuso quasi subito il becco e si sono messi al riparo.
Non stavano mica girando Singin’ in the rain...
Stavano bagnandosi le penne, e non ne avevano altre di ricambio.
Nel video, Gene Kelly nella scena cult di "Singin' in the rain", del 1952.
Video stupendo, Antonio!!!
RispondiEliminaDicono che quando girò questa scena, Gene Kelly avesse la febbre alta... ;-) Mah!
EliminaA me sembra vispo come una lasca (proverbio toscano) :-D
Speriamo venga presto un bel sole, carissima Gianna :-)
Un abbraccio :-)