I ventiquattro preludi di Sergej Vasilevic Rachmaninov (1873-1943) rappresentano un banco di prova per ogni pianista per le difficoltà che presentano. Oltretutto il compositore russo (e grande pianista egli stesso) aveva mani lunghissime, e ha scritto musica in proporzione alle loro dimensioni...
I preludi non sono però soltanto un esercizio virtuosistico, ma evidenziano caratteristiche tipiche dell’animo russo. Vi sentiamo spesso l’ispirazione di Tchaicovskij.
Questo Preludio, Op. 23, n. 5 in Sol minore, del 1907, sembra aprirci immediatamente agli sterminati orizzonti di quell’immenso territorio, e ci fa provare un anelito di libertà di fronte a spazi sconfinati; rappresentato magari da cavalli lanciati al galoppo nella steppa o dal procedere sferragliante del treno della Transiberiana, da poco allora costruita.
Nostalgia, anzi, nostàlghia; una caratteristica del popolo russo, e che Rachmaninov ha saputo esprimere perfettamente in questa breve, ma intensa, composizione.
Grande performance della pianista ucraina Valentina Lisitsa.
I preludi non sono però soltanto un esercizio virtuosistico, ma evidenziano caratteristiche tipiche dell’animo russo. Vi sentiamo spesso l’ispirazione di Tchaicovskij.
Questo Preludio, Op. 23, n. 5 in Sol minore, del 1907, sembra aprirci immediatamente agli sterminati orizzonti di quell’immenso territorio, e ci fa provare un anelito di libertà di fronte a spazi sconfinati; rappresentato magari da cavalli lanciati al galoppo nella steppa o dal procedere sferragliante del treno della Transiberiana, da poco allora costruita.
Nostalgia, anzi, nostàlghia; una caratteristica del popolo russo, e che Rachmaninov ha saputo esprimere perfettamente in questa breve, ma intensa, composizione.
Grande performance della pianista ucraina Valentina Lisitsa.
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