Mettere in Italia come primo nome Andrea ad una femmina
finora era vietato dalla legge.
Andrea in Italia è un nome maschile; per il femminile c’è il
corrispondente Andreina, e simili.
Il nome deve seguire il genere della persona: poiché le
persone sono maschi o femmine, il nome deve essere maschile o femminile,
seguendo l’ordine naturale.
Ciò ovviamente per distinguere immediatamente
il sesso di un individuo, senza bisogno di far mostrare gli attributi...
Sorprende non poco la Corte di Cassazione che il 20 novembre scorso ha dato
ragione a due genitori di Pistoia, i quali hanno imposto il nome Andrea alla
propria figlia.
Curiosa la motivazione. Secondo la Cassazione il nome Andrea
è un nome “neutro”, perché molte nazioni lo adottano come nome femminile.
La Cassazione sembra dimenticare che in quelle nazioni dove
il nome Andrea è femminile (Germania, Spagna, Svezia, Ungheria, etc.), esiste
il corrispettivo maschile Andreas, Andrés, Anders, Andràs, etc.
Non mi risulta che esista una nazione che applichi lo stesso
nome Andrea ad un uomo e ad una donna. Per ovvii motivi di ambiguità. Esemplare è il caso
della Francia: André per gli uomini, Andrée per le donne.
Non so chi siano i signori della Cassazione. Ma se queste
sono le loro sentenze e le relative motivazioni, allora sarà meglio metterla sul
burlesco (mica tanto!):
“Piacere, io sono Nicola, questa è mia moglie Andrea.”
“Piacere, io sono Andrea, questa è mia moglie Nicola.”
È questo il modello di presentazione tra persone nel
prossimo futuro, secondo la Cassazione?
Faccio presente, ai signori della Corte, che il nome Nicola,
come quello di Andrea, è femminile in varie nazioni, ma sempre con un diverso
corrispettivo maschile (Nicolas e simili).
S. Andrea ci perdoni se invece di parlare di lui, oggi che è
la sua festa, abbiamo parlato del suo bellissimo nome (in Italia, maschile,
checché ne dicano i signori cassatori).