Il Giorno del Ricordo è già passato, ma solo nelle lancette dell'orologio.
Non certo nella mia mente.
Le migliaia di italiani uccisi nelle foibe e le centinaia di migliaia di esuli italiani dell'Istria, di Fiume, della Dalmazia e della Venezia Giulia, durante e dopo la fine della II guerra mondiale, rimarranno un indelebile ricordo della ferocia e della malvagità umana.
Non meno dolorosa la memoria dell'accoglienza dei nostri esuli in patria: vilipesi, maltrattati, infamati in molte città in cui transitarono, tra cui voglio citare Bologna e Ancona.
All'immane danno anche la feroce beffa, in nome di una ideologia fanatica, quella comunista, che vedeva nei suoi presunti oppositori, chiunque fossero, dei nemici da abbattere.
Una ideologia che ha cercato poi di rimuovere perfino il ricordo di ciò che avevano subito questi nostri compatrioti, dispersi in tutta Italia, o rimasti sepolti nelle profondità delle foibe carsiche.
Infoibare anche la memoria storica è stato l'ultimo vergognoso tentativo di questa ideologia, spazzata via dal vento della storia (ma qualche follower a Scandicci ancora si trova, a quanto pare...).
In questo Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati propongo il "Lacrimosa" della Messa di Requiem di Antonio Salieri.
Posto questo brano perché si tratta di una preghiera e di una grande pagina di musica.
Antonio Salieri non era certo quel mediocre musicista che Milos Forman vuol far apparire nel film (bellissimo) "Amadeus".
Inoltre Salieri era stato discepolo di Giuseppe Tartini, un istriano doc, di Pirano.
Lacrimosa dies illa, giorno di lacrime quel giorno...
Molto significativo e appropriato il quadro riportato nel video. Si tratta de "L'apertura del quinto sigillo" (1604) di Domenico Theotokòpulos, noto come El Greco. Anticipando la pittura moderna, illustra il passo dell'Apocalisse (6, 9-11) dove si ricorda il martirio e la glorificazione dei perseguitati per la fede.