Oggi Google, con il suo logo, ci ha ricordato la nascita di Alessandro Manzoni (7 marzo 1785-22 maggio 1873).
Non starò a fare gli elogi di questo genio letterario. Sarebbe come fare l’elogio dell'ovvio.
Mi piace però sottolineare un aspetto, non sempre ricordato. La sua opera ha contribuito a formare l’unità d’Italia; senza le baionette, ma con un’arma più potente, quella della lingua nazionale. Il suo romanzo, studiato e commentato parola per parola, rigo per rigo, in tutte le scuole del Regno, ha unito Nord e Sud, “dall’Alpi alle Piramidi”; scusate, alla Sicilia (mi sono lasciato prendere la mano...).
Oggi però si ricorda anche la morte di un altro gigante della cultura: S. Tommaso d’Aquino (1225-7 marzo 1274).
Anche di lui, come per il Manzoni, e anzi a maggior ragione, appare superfluo tessere le lodi. Chi invece crede di poterlo trascurare, appare simile alla esopica volpe con l’uva.
Il Cristianesimo ha trovato nella filosofia di Tommaso una “via maestra” per giungere alla scoperta della verità; ma anche il mondo intero gli è debitore di acquisizioni definitive.
E che cosa ha portato al mondo intero? La fiducia nella potenza della ragione, che ha il compito di indagare la natura nelle sue leggi e nelle sue strutture.
Le verità soprannaturali, cioè la rivelazione di Dio, sono oggetto precipuo della fede.
Ragione e fede sono, nel loro ordine, sovrane. Questa distinzione (non separazione!) è fondamentale per gli sviluppi di tutta la cultura moderna; la ragione indaga il mondo della natura, e la fede indica quei valori finali che l’indagine scientifica non sempre riesce a precisare. "Gratia non tollit naturam, sed perficit" (Sum. Th., I, 1, 8), la fede non distrugge la natura, ma la porta a compimento.
Ragione e fede, senza invasione di campo, sono ambedue alla conquista della verità tutta intera.
Nel secolo XIII, in cui Tommaso è vissuto, sono state poste le basi dello studio della natura e i fondamenti moderni della civile convivenza.
Tutti coloro che, o in nome della fede o in nome della ragione, hanno voluto sopprimere o mettere in contrasto queste facoltà più nobili dell’essere umano, hanno dato un calcio alla filosofia tomista, e soprattutto hanno provocato guasti indicibili alla società umana.
In che cosa Manzoni e S. Tommaso si possono perciò unire, oltre alla data del 7 marzo?
Ambedue, educati dalla fede cristiana, hanno contribuito a formare una coscienza di grandi valori umani, sempre più attuali in una società che vorrebbe reggersi con il pensiero debole e il linguaggio da messaggini telefonici.