Sgozzare in Francia un sacerdote cattolico durante la celebrazione della S. Messa ci mancava, nella disgustosa casistica del terrorismo islamico.
Una escalation dell'orrore, che fa comprendere con sempre maggior chiarezza (se ancora ce ne fosse bisogno) la motivazione di fondo di questi atroci attentati che stanno insanguinando l'Europa: la "guerra santa" all'infedele.
È scritto nel corano, lo ha fatto Maometto; i califfi e poi i sultani se ne sono serviti per distruggere la civiltà cristiana intorno al Mediterraneo e oltre.
Quello che accade oggi non è che la continuazione di questa lunghissima scia di sangue.
Questa volta i pericolosi infedeli erano un prete di 86 anni, due suore e alcuni popolani che stavano pregando. Il prete, Jacques Hamel, della parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen, aveva scritto ultimamente nel giornale parrocchiale:
I due jihadisti evidentemente non l'avevano letto; sono rimasti alla scimitarra. Affiliati all'Isis, sono stati poi uccisi dalle forze di sicurezza, allertate da una suora sfuggita agli attentatori.
Questo in sintesi il bollettino della guerra santa islamica in Normandia oggi: profanato un luogo sacro, tagliata la gola ad un prete di 86 anni e a un altro anziano, prese in ostaggio due suore e gente che prega. Nel nome di allah, il misericordioso.
Figuriamoci se fosse vendicativo...
Da oggi possiamo aggiungere alla lista dei santi martiri il sacerdote Jacques Hamel, al pari dei vescovi Oscar Romero e Thomas Becket, uccisi in epoche diverse nello stesso modo: nelle loro chiese, all'altare.
P. Jacques Hamel, prega per noi!