Il tempo è di Dio, e quando un anno si conclude non possiamo
che ringraziare il Creatore di questo suo dono.
La preghiera liturgica di ringraziamento di fine d’anno è il
Te Deum. Una solenne e lunga preghiera -di cui autore pare essere S. Ambrogio (IV secolo) - che una volta era cantata in gregoriano
e in latino da tutto il popolo cristiano.
Te Deum laudamus, Te
Dominum confitemur... In Te Domine speravi, non confundar in aeternum (Dio ti
lodiamo, confessiamo che tu sei il Signore... In te Signore ho sperato, non
sarò confuso in eterno).
Oggi il latino è quasi sparito dalla circolazione, e per
quanto riguarda il popolo cristiano a mala pena conosce il Padre Nostro.
L’importante è non dimenticarsi di dire grazie a Colui che
ci ha fatto arrivare a questa meta...
Come tutti i più importanti canti liturgici, anche il Te
Deum ha avuto un’infinita schiera di musicisti che lo hanno interpretato
secondo il loro genio, dal Medioevo all’epoca contemporanea.
Il più celebre è certamente quello barocco di Marc-Antoine Charpentier.
La “sinfonia” iniziale è diventata addirittura l’inno dell’Eurovision.
Ma non meno bello e solenne è quello di Anton Bruckner
(1885), in Do maggiore, per soli, coro e orchestra. Un capolavoro di luminosa e grandiosa
bellezza, che esprime la fede incrollabile di questo grande compositore
austriaco (1824-1896), nonché il suo genio, apprezzato da Wagner.
Autore di numerose e celebri composizioni, tra cui 9
sinfonie e partiture polifoniche, egli riteneva il Te Deum il suo capolavoro. Del resto anche Mahler, che lo diresse ad Amburgo nel 1892, scrisse nel frontespizio
dello spartito (in luogo della dizione “per soli, coro e orchestra”): “per
voci angeliche, uomini alla ricerca di Dio, cuori tormentati e anime purificate
dal fuoco".
Di questo Te Deum presento un solo versetto, sufficiente però
a farcene capire lo spirito complessivo: “Aeterna fac sum sanctis tuis in
gloria numerari” (Fa’ che siamo annoverati con i tuoi Santi nella gloria
eterna).
Il ritmo incalzante, l’orchestra piena che
spesso raddoppia il coro, che a sua volta canta spesso all’unisono... tutto
esprime la maestà infinita di Dio e, nello svettante finale, la Sua gloria.
Buon Fine Anno!