Bellissime giornate altrove; la solita “alluvione” a Genova.
Ma non insegnano niente i disastri del recente passato nella metropoli ligure?
Errare è umano, perseverare è da amministratori di Genova. A Venezia c’erano le prigioni dei Piombi, sotto
il Ponte dei Sospiri. Quando arrivava l’acqua alta, i prigionieri rimanevano sott’acqua.
Si potrebbe costruire qualcosa del genere anche a Genova?
Un trio di bulli più che maggiorenni (tra i 20 e i 30 anni) ha
“gonfiato” con aria compressa un quattordicenne: “Sei obeso, ti gonfiamo ancora
di più”. Il ragazzo è all’ospedale con danni gravissimi
all’intestino. Oltre la galera a tempo indeterminato, io proporrei per i tre
soggetti una Tac alla testa, per vedere se nella loro cavità cranica ci
sia del cervello, oppure solo aria compressa. Lo stesso “test alla testa” lo
estenderei ai loro familiari, che parlano di “semplice scherzo”.
Matteo Renzi, l’uomo ovunque. Te lo trovi davanti in ogni programma
televisivo, a ogni ora del giorno e della notte, in ogni evento nazionale e internazionale.
Tranne che in cielo, egli è in terra e in ogni luogo... Intanto tutti
protestano perché le cose vanno male. Speriamo che, come il suo diretto Superiore, operi anche prodigi.
L’Isis, come il virus Ebola, sta avanzando nella conquista dei
popoli “infedeli”. Distruzioni, decapitazioni, massacri, nel nome di “Dio
grande e misericordioso”(?). Tutto ciò nonostante i bombardamenti degli
americani e di altre forze alleate (una trentina, compresi i paesi arabi). Non so cosa bombardino (forse le palme o i
cammelli), perché finora le milizie nere del califfato, nonostante il loro numero
limitato, conquistano terreno. La mia impressione è che dello sterminio dei cristiani,
piccola minoranza in mezzo ai paesi arabi, e di altre minoranze, non
importi un bel nulla ai signori dell'ONU (la più costosa e inutile delle organizzazioni mondiali).
Ciò che conta è il petrolio, e quello ce l’hanno gli
arabi. Che i padroni siano dell’Isis o dell’Arabia Saudita, il prodotto non
cambia. Sempre petrolio rimane. Barack Obama,
se lo conosci, lo eviti. Come l’Ebola.
Sarà meglio ascoltare Beethoven. Un uomo che, nonostante
tutto, ha creduto nella fraternità umana; un musicista che, come nessun altro,
ha saputo esprimere la vittoria del bene sul male, dopo una lotta faticosa ma
liberatrice.
La “Sonata a Kreutzer”, cioè la Sonata per pianoforte e
violino, in La maggiore, n. 9, op. 47, (1802-1803)
ne è un esempio. Non solo musicale. Era così innovativa e “rivoluzionaria”, che
per essere compresa (ed eseguita) bisognò aspettare decenni. Perfino Kreutzer, il celebre violinista francese a cui era dedicata, non la volle mai eseguire, perché la riteneva “oltraggiosamente incomprensibile”. Immortalata invece da una foto l'esecuzione della Sonata nel 1885 a Villa d'Este di Tivoli da parte di Liszt e Arma Senkrah.
Oggi l'opera è considerata un caposaldo della letteratura musicale.
E rimane una delle pagine più tecnicamente difficili per un violinista.
La grande
novità consisteva nel fatto che violino e pianoforte sono ambedue protagonisti,
in un dialogo continuo che dura ben 40 minuti. Proprio questa "complicità" ispirò a Tolstoj l'omonimo romanzo (1889), che contribuì a rendere ancor più famosa la Sonata a Kreutzer.
Noi ne ascoltiamo un frammento di circa 3 minuti del 1 Movimento, sufficiente
a farcene capire la straordinaria bellezza.
Martha Argerich al piano e Gidon Kremer al violino. Che dire? La perfezione.