Il 50° anniversario della "Marcia su Washington" dei 250.000 americani, bianchi e neri, guidati da Martin Luther King non può essere passato sotto silenzio, anche se attualmente il mondo è in fibrillazione per i venti di guerra che soffiano in Siria, e in casa nostra per i problemi economici e politici che travagliano l'Italia.
"I have a dream"...
Il sogno di Martin Luther King, in quel memorabile 28 agosto 1963 davanti al monumento di Lincoln, non fu vanificato dalla pallottola che uccise il leader religioso a Memphis nel 1968; quella marcia è continuata ed ha raggiunto ormai la Casa Bianca, dal 2008...
Quando dico che non si può passare sotto silenzio la memoria di quella marcia pacifica e insieme grandemente rivoluzionaria, intendo sottolineare che non bastano le parole scritte. La marcia di Martin Luther King fu una marcia scandita anche dal canto "We shall overcome" (Noi trionferemo) eseguito da Joan Baez, un inno alla fratellanza universale, una ballata popolare entrata nella memoria collettiva.
Non lo ripropongo, perché troppo noto. Preferisco il meno noto ma altrettanto significativo "Wade in the water" (Entra nell'acqua).
Un canto con commoventi riferimenti biblici, un gospel, nel quale si invitano i "bambini" (children, cioè il popolo di Dio) a guadare il fiume della schiavitù, come Mosé aveva attraversato il Mar Rosso con gli Israeliti.
Anche ora Dio sta per far muovere le acque (God's gonna trouble the water)...
Wade in the water
Must be children coming true
And God's gonna trouble the water.
Refrain