venerdì 29 marzo 2013

Una morte che dà vita




Venerdì Santo. La morte di Gesù Cristo.
 
“Il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra” (Lc 23, 44).
 
Nessuna parola può essere adeguata per esprimere il più grande mistero di male da parte dell’uomo: la morte, l’uccisione, di Dio.
 
Solo nella Risurrezione si illumina questa giornata di tristezza infinita: da quella morte non è venuta la nostra condanna, ma la nostra redenzione.
 
“Vere languores nostros ipse tulit et dolores nostros ipse portavit, cuius livore sanati sumus”.
Veramente Egli si caricò dei nostri mali e portò i nostri dolori, e dalle sue piaghe siamo stati salvati (Isaia 53, 4-5).
 
Lasciamoci avvolgere dalle appassionate note del “Canto senza parole”, op. 62 n.3, in Mi minore, di Felix Mendelssohn-Bartholdy, più eloquenti di ogni parola.



 
 

mercoledì 27 marzo 2013

La primavera stenta. Il governo pure...




La primavera stenta a nascere.
 
Il governo pure.
 
I nostri due marò sono stati rispediti in India, con un biglietto di accompagnamento: “Si prega di non fucilarli”.
 
In compenso gli americani si terranno stretta Amanda Knox: “Noi siamo gli Usa e voi non siete un cazzo”.
 
Battiato dimentica di essere un musicista e si improvvisa maestro di pensiero debole, “versus” le donne.
 
Non parliamo di economia italiana, ché altrimenti la depressione contagia anche quel po’ che è rimasto del nostro buon umore.
 
Per fortuna (ma meglio sarebbe dire, per grazia divina) c’è Papa Francesco, che ogni giorno ci dà una lezione di vita.
 
Tornerà la primaverà.
 
E domenica è Pasqua!
 
Oltre all’aiuto divino, ci vuole però anche molta bravura da parte di tutti.
 
Quella bravura che Marc-André Hamelin dimostra nel suonare il “Prestissimo” dei “Trois Etudes de Bravoure” di Charles Valentin Alkan (1813-1888), un autore quasi “impossibile” da eseguire.
 
Ma a quanto pare qualcuno ci riesce...


 
 
 

venerdì 22 marzo 2013

Mennea, ovvero la velocità








Mennea. Un cognome rapido come un respiro. Come un fiato di voce.
Un attimo, ed è già fuggito via con il vento di primavera.
Il tuo cognome è stato l’emblema della tua vita. Hai tagliato il filo di lana dei 200 sempre in anticipo sui tuoi avversari, ed hai conquistato così l’oro mondiale e l’oro olimpico.
Un oro mondiale che è durato ben 17 anni, un’eternità nella velocità pura. E da quel lontano 1979 resiste ancora quel “19 e 72” come primato europeo.

Hai tagliato l’ultimo filo di lana, quello della vita, ancora una volta alla tua maniera. In anticipo sugli avversari di un tempo, ieri 21 marzo, inizio di primavera.

In realtà tu avevi un solo avversario. Hai sempre corso in una perenne sfida contro te stesso.
La curva dei 200 è ormai alle tue spalle, come i tuoi sfidanti.
Ora puoi correre in scioltezza, Pietro Mennea, "Freccia del Sud", di Barletta, classe 1952.
La vittoria è tua.

martedì 19 marzo 2013

Una riforma in Mi maggiore




Oggi in Piazza S. Pietro, di fronte a capi di chiese e di nazioni, e a centinaia di migliaia di fedeli, Papa Francesco celebrerà la S. Messa d’inizio del suo pontificato.
 
Ma siamo certi che in gran parte del mondo questo avvenimento sarà seguito con interesse e commozione.
 
Questo Papa piace, perché fin da subito ha messo da parte formalismi e protocolli e sta andando dritto all’essenziale; e oggi l’essenziale è il ritorno alle radici del messaggio evangelico.
 
Un Vangelo “sine glossa”, senza tante postille, come a suo tempo voleva S. Francesco.
 
Ora S. Francesco non è più ai piedi del Papa a chiedere udienza, ma è il Papa stesso. Quindi se l’impulso riformatore parte dal capo, tutto il corpo ecclesiale ne sentirà una benefica scossa.
 
Una nuova primavera per la Chiesa, migliore di quella meteorologica che tarda a venire.
 
E speriamo che l’acqua dia almeno oggi un po’ di tregua.
 
Ascoltiamo perciò “Giochi d’acqua” (Jeux d’eau), in Mi Maggiore, op. 30 (1901), di Maurice Ravel, eseguiti da Martha Argerich, la mitica pianista argentina.
 
Il brano è difficile, ma lei con le sue straordinarie doti lo rende quasi ovvio, oltre che affascinante.
 
Lo stesso accada anche a Papa Francesco, alle prese con uno “spartito” ancor più impegnativo.
 
Ma sempre in bella tonalità maggiore.

 

sabato 16 marzo 2013

Er Papa Francesco
















Han fatto er Papa, un Papa d’Argentina.
Li Cardinali dentro la Sistina,
anvedi te, hanno scelto er più lontano
dai muri der Palazzo Vaticano.
 
Prima han cercato tutto intonno intonno:
Itajia, Francia, Spagna, altre nazioni.
Ma pe ttrovà Francesco, bboni bboni,
sono dovuti annà a la fin der monno!
 
 
 
Amicusplato
 
 
 

venerdì 15 marzo 2013

Un tango per Papa Francesco


 
 
Papa Francesco è argentino, e come tutti gli argentini ama il tango.
 
Ma c’è anche un motivo particolare per questa simpatia. Il Card. Bergoglio ha avuto modo di fare amicizia con la celebre artista Tita Merello negli ultimi anni della sua vita (è morta quasi centenaria a Buenos Aires nel 2002).
 
Tita Merello è stata un’attrice, una cantante e una ballerina, di tango e milonga ovviamente. Un’autentica star, che ha attraversato artisticamente quasi tutto il XX secolo.
 
Papa Francesco, o meglio, Padre Bergoglio, come arcivescovo di Buenos Aires, nelle sue frequentazioni con l’anziana diva, oltre ai temi religiosi, che le erano molto cari, parlava anche di filmografia e di tango, che tanta parte avevano avuto nella vita della donna.
 
Per questo, prendendo spunto da un commento del carissimo amico Mstatus, esperto di musica latino-americana e soprattutto argentina, credo di non mancare di rispetto a Papa Francesco dedicandogli uno dei primi e  più famosi tanghi della storia centenaria di questo ballo, El choclo (1905, La pannocchia), cantato proprio dalla grande Tita Merello, in uno dei suoi numerosi films.
 
L’autore della musica è Angel Villoldo, considerato “il padre del tango”, un argentino di famiglia europea.
 
Ma anche Padre Bergoglio, Papa Francesco, è figlio di emigranti. Italiani.
 
Forse per questo il tango esprime un pathos che non ha riscontri con nessun’altra danza.
 
L’Argentina è stata terra di emigranti. E quando uno lascia la propria patria, porta nel cuore desideri e passioni che solo la musica può esprimere appieno.
 
Buon inizio di pontificato, Papa Francesco, con un po’ di musica argentina nel cuore!

mercoledì 13 marzo 2013

Abbiamo Papa Francesco!

















Francesco torna ancora una volta alla sede del papato, a Roma.
Ma questa volta il papa non è il potente Innocenzo III, al quale chiedere l'approvazione per il nuovo Ordine che egli stava fondando.
Questa volta il papa è lui stesso, Papa Francesco.
Sono passati oltre 800 anni da quel 1209 in cui il Poverello di Assisi ottenne l'approvazione della Regola francescana.
Cinque papi in seguito sono stati scelti dall'Ordine francescano. Quasi tutti di grande prestigio. Ma nessuno di essi ha assunto il nome del Santo fondatore.
Ci voleva il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, per portare questo nome così evocativo al centro dell'attenzione della Chiesa e del mondo.
"Francesco, va' e ripara la mia casa!"
L'ammonimento che il Crocifisso di S. Damiano rivolse a Francesco, diede inizio ad un poderoso cammino di rinnovamento della Chiesa nell'epoca della borghesia medievale.
Quell'ammonimento sarà quasi certamente anche il programma di Papa Bergoglio, Papa Francesco, nell'epoca globalizzata dei banchieri. Compresi quelli "di Dio".
Un Papa a sorpresa, devo dire. Che al momento di ricevere l'ovazione di una piazza S. Pietro gremita ed esultante ha chiesto di pregare in silenzio per lui.
E il Popolo di Dio ha pregato.
Un inizio promettente. E francescano.




martedì 12 marzo 2013

Extra omnes. Inizia il Conclave



Mentre sto scrivendo questo post sta per iniziare il Conclave per l’elezione del successore di  Benedetto XVI.

I Cardinali, al canto delle Litanie dei Santi, sono entrati processionalmente nella Cappella Sistina sotto le mirabili volte michelangiolesche e con lo sfondo del Giudizio Universale, di fronte al quale hanno fatto solenne e personale giuramento di una coscienziosa votazione, secondo la volontà di Dio, toccando i Santi Vangeli.

Sono 115 i Cardinali che con il loro voto eleggeranno il 266° successore di S. Pietro, con una maggioranza qualificata di almeno 77 voti.

Inutile domandarsi chi sarà il nuovo Papa. Qui c’è rappresentata davvero l’universalità della Chiesa (Europa, America, Africa, Asia, Oceania). E poi sappiamo che non saranno solo i 115 Cardinali a scegliere. Con loro c'è il vero Grande Elettore.

Sarà lo Spirito Santo ad avere l’ultima parola; e, come Gesù ha detto, lo Spirito “soffia dove vuole” (Gv 3, 8).

Non rimane perciò che pregare lo Spirito Santo, affinché illumini la mente e il cuore dei Cardinali e attraverso il loro voto ci doni la persona più adatta per guidare la Chiesa nel mondo attuale.

Alle 17 e 30 il Cerimoniere Mons. Guido Marini ha ordinato: "Extra omnes", fuori tutti!
Tutti gli estranei al voto escono. Alle 17 e 35 il portone della Sistina è chiuso "con la chiave" (cum-clave): è iniziato il Conclave.
Ora è il momento della preghiera.
Mi piace farlo con un canto di Taizé (musica di J. Berthier): Veni sancte Spiritus (Tui Amoris Ignem).

Anche a  Taizé si respira aria di universalità, anche nel linguaggio.
Veni Sancte Spiritus,
Tui Amoris Ignem Accende.
Veni Sancte Spiritus,
Veni Sancte Spiritus.

Vieni Santo Spirito,
accendi il fuoco del tuo Amore!
Vieni Santo Spirito,
Vieni Santo Spirito!

venerdì 8 marzo 2013

L'eterno femminino, nel giorno delle donne



Per onorare le donne nella festa loro dedicata presento il Lied di Franz Schubert, "Gretchen am Spinnrade", Margherita all'arcolaio.

Ovviamente non intendo far regredire il mondo femminile ai lavori “donneschi” di antica memoria. Non intendo rovinare la festa...

Mi riferisco invece alla figura di Margherita (Gretchen), che innamoratasi di Faust, gli dona tutta la sua vita, con quella totalità che (forse) solo le donne sanno donare.

Sarà proprio questo amore immenso - e tragico - che alla fine riscatterà dalla perdizione Faust.

“L’eterno femminino ci farà salire in cielo” scrive J. W. Goethe nel Coro Mistico finale del suo poema.

L’amore e la donazione di sé costituiscono per Goethe “l’eterno femminino”. La celebre espressione goethiana coglie perfettamente l’essenza della femminilità.

Schubert, da parte sua, nel Canto di Gretchen, riesce a trametterci musicalmente l’amore appassionato e al tempo stesso trepidante di Margherita, espresso dai chiaroscuri del canto, mentre il pianoforte riproduce con il suo incessante e vorticoso giro di sestine il ruotare dell’arcolaio.

Ad altri più famosi soprani, ho preferito la voce della giovane e brava Bibiana Nwobilo, di origine nigeriana.

Brava, e bella.

Auguri alle donne!

martedì 5 marzo 2013

Tu chiamale, se vuoi, emozioni...




Lucio Battisti anziano non riesco ad immaginarlo. Oggi avrebbe compiuto 70 anni. Cosa avrebbe cantato, dopo Hegel? Schopenhauer?
 
Lucio Battisti è e rimarrà quello dei Giardini di Marzo, di Fiori rosa fiori di pesco, di Pensieri e parole, della Canzone del sole... 
 
La sua vita (musicale) si era conclusa con le “emozioni” di un’epoca che alla sua morte non esisteva più.
 
Il suono di una chitarra acustica non era più sufficiente per riempire i padiglioni auricolari dei fans del rock duro e puro, metallaro, rumoroso.
 
Un esile filo di voce non era la cosa più adatta per i megaconcerti sindacali.
 
Un look normale, da persona civile, non era più di moda; occorrevano effetti speciali per richiamare l’attenzione di una gioventù “sballata”.
 
Eppure, caro Lucio, le tue canzoni continuano a piacere, continuano a emozionare, continuano a far sognare, nonostante il passare delle generazioni e delle mode.
 
Sei rimasto musicalmente sempre giovane; e sai parlare ai giovani, che sotto vesti sbrindellate o firmate, hanno passioni che non mutano. 
 
Quelle che tu hai saputo cantare, con un filo di voce e con due accordi di chitarra.
 
Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
 
 

sabato 2 marzo 2013

Er Papa pensionato












Mi permetto di scherzare su di una cosa troppo seria, per stemperare in me la forte commozione di questi giorni. Spero di averlo fatto in modo garbato.
Ma perfino l'Aretin Pietro e Pasquino, davanti ad un avvenimento così grande e per molti aspetti doloroso, sono riusciti a moderare il linguaggio. Nemmeno una parolaccia!
Il primo miracolo di Papa Benedetto... 






“Il Papa s’è dimesso dalla Sede,
ha lasciato vacante ‘l Vaticano.
La cosa è grossa, quasi ‘un ci si crede.
Pasquino, l’hai sentito ‘l fatto strano?”

“So dde Roma, me vo’ nsegnà ste cose? 
Ho visto pure un lampo ar Cupolone!
Ma er Papa è er Papa, e a la Fornero impose:
“Famm’ er conteggio. Vojo annà in pensione!”




Amicusplato